Filosofia della religione [Archivio Eventi]

Filosofia della religione - 2015

23 - 24 ottobre 2015 - Fondazione Centro Studi Campostrini
23 - 24 ottobre 2015
Tavola rotonda e Convegno di Filosofia della religione, al termine dei percorsi annuali di ricerca “Il Divino come problema filosofico” promossi dalla Fondazione Centro Studi Campostrini per l'anno 2015
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A cura di Sergio Fabio Berardini
Mercoledì 30 settembre 2015 dalle 15.00 alle 18.30
Dopo aver tentato di far luce sul rapporto dialettico tra l’uomo e il sacro e sull’origine delle ierofanie, l’indagine si sposterà sul problema relativo alla “realtà” delle ierofanie, ovvero dei mondi mitico-religiosi. 
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A cura di Sofia Vescovelli
Mercoledì 30 settembre 2015 dalle 11.30 alle 14.00
Il quarto incontro verterà su un’analisi critica della teologia processuale, con particolare riferimento al problema del male e alla dimensione escatologica. Si cercherà di mettere in luce i limiti e le possibilità di questo approccio, anche attraverso una comparazione con la teodicea ireniana di John Hick.
 
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A cura di Fabrizio Renzi
Mercoledì 30 settembre 2015 dalle 8.30 alle 11.00
Se la “metafisica della presenza” consiste in una serie di imposizioni – come per esempio  il centro e la verità –, e se la religione cristiana è dominata da tale metafisica, sembra difficile che la Chiesa possa instaurare un sincero dialogo interreligioso. Non sono mancati, addirittura, filosofi che hanno definito il legame tra il cristianesimo e la metafisica come un'alleanza capace di produrre violenza (cfr. ad es. G. Vattimo, Dopo la cristianità, Garzanti, Milano 2002). Al riguardo, è – in ogni caso – opportuno richiamarsi ancora una volta al concetto derridiano di differenza, in considerazione del fatto che la différance «non esercita da nessuna parte alcuna autorità» e «non si annuncia con una maiuscola». 
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A cura di Sergio Fabio Berardini
Mercoledì 13 maggio 2015 dalle 11.30 alle 14.00
Sulla linea di Ernesto De Martino e Giovanni Jervis, e sulla scorta delle più recenti ricerche in ambito cognitivista, nel terzo incontro sarà ripresa la lettura del sacro alla luce del nesso dialettico tra l’uomo e il negativo che lo minaccia, e sarà inoltre proposta e valutata l’interpretazione della religione quale “dispositivo” di difesa del Sé che permette alla presenza di affrontare e quindi risolvere le impasse psicologico-esistenziali e i momenti critici della vita.

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A cura di Fabrizio Renzi
Mercoledì 13 maggio 2015 dalle 8.30 alle 11.00
Secondo Jacques Derrida, la superiorità della voce viva rispetto alla scrittura è solo correlativa ad un determinato orizzonte culturale, quello dominato dalla “metafisica della presenza”, ossia dal logocentrismo. Orbene, in che modo si può ritenere giustificata la pretesa cristiana di essere, non la religione di «una parola scritta e muta, ma del Verbo incarnato e vivente»? La testimonianza cristiana, specie nella forma del martirio, può smentire la prospettiva derridiana?
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A cura di Sergio Fabio Berardini
Mercoledì 8 aprile 2015 dalle 15.00 alle 18.30
L'analisi si concentrerà sulle forme di tale rapporto tra l’uomo e il sacro, in particolare la magia e la religione. La riflessione legata al sacro, in alcuni autori quali  Otto e Lévinas, sembrano suggerire una differenza specifica a partire da una trascendenza che marcherebbe uno scarto tra le due esperienze. A partire, perciò, dalle riflessioni elaborate nel precedente incontro in relazione alla ierofania, quale manifestazione del sacro, si cercherà di mettere in luce possibili differenze tra l’esperienza magica e quella religiosa autentica.

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A cura di Fabrizio Renzi
Mercoledì 8 aprile 2015 dalle 11.30 alle 14.00
La verità testimoniale può essere interpretata ricorrendo alla formula “adaequatio intellectus ad personam”. L'intento è quello di prendere le distanze da tutte quelle prospettive che, consapevolmente o inconsapevolmente, hanno finito o per svalutare la fede cristiana (vedi la filosofia di Heidegger) o per connotarla in termini impersonali (vedi la teologia di Rahner). A tale prospettiva verrà affiancata una lettura del magistero ecclesiale relativo alla razionalità dell'atto di fede all'interno della considerazione del rapporto tra fede e ragione.
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A cura di Sofia Vescovelli
Mercoledì 8 aprile 2015 dalle 8.30 alle 11.00
Questo secondo incontro è dedicato ad una valutazione critica della teodicea di John Hick. Lo scopo di tale analisi è quello di valutare limiti e possibilità della teodicea ireniana, mostrando come l'approccio globale-teoretico che essa segue non riesca a risolvere l'aspetto esistenziale della questione del male, ovvero il problema del significato della sofferenza distruttiva patita dal singolo.
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A cura di Fabrizio Renzi
Mercoledì 18 febbraio 2015 dalle 15.00 alle 18.30
La fede nella sua accezione testimoniale costituisce un fenomeno estremamente rilevante ai fini di un'adeguata comprensione della natura umana. La maggioranza delle conoscenze dell'uomo si basa su tale fenomeno: ricorrere alla testimonianza sta alla base della vita sociale e della comunicazione interumana. Ora, si può ammettere, come fa Jacques Derrida, che «la condizione di “ogni legame sociale”» sia la «fiducia cieca»? Si cercherà di rispondere inquadrando la questione all'interno del discorso aristotelico sulla retorica, dove emergerà che la fede testimoniale è una forma di conoscenza complessa comprendente sia prove morali che prove logiche, un “logos” capace di trovare la propria adeguata giustificazione epistemica solamente all'interno di un preciso e determinato contesto di relazioni sociali. A tale prospettiva verrà, inoltre, affiancata una rilettura della struttura epistemologica della fede alla luce della proposta di Donald Davidson circa il carattere intersoggettivo della verità oggettiva e il carattere sociale del linguaggio.
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A cura di Sofia Vescovelli
Mercoledì 18 febbraio 2015 dalle 11.30 alle 14.00
Dopo un’introduzione generale sulla natura e gli scopi del progetto, ci occuperemo in questa prima seduta della teodicea di John Hick, rinvenendone le origini nel pensiero di Ireneo e confrontando tale impostazione con quella agostiniana. Tratteremo poi in maniera specifica i temi del male morale come connesso all’inevitabilità del peccato, e della libertà umana come creatività limitata. Attraverso un’indagine sulla funzione che riveste nella teodicea hickiana l’idea di un paradiso edonistico privo di dolore e asprezze, da cui deriva una critica della dottrina dell’inferno, commenteremo infine la formula dell’autore “No theodicy without eschatology”, che rimanda alla necessità di una prospettiva escatologica per la teodicea ireniana.
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A cura di Sergio Fabio Berardini
Mercoledì 18 febbraio 2015 dalle 8.30 alle 11.00
La ricerca prenderà le mosse da una analisi della differenza tra “sacro” e “profano”, anche sulla scorta degli studi esistenti in materia; privilegiando l’interpretazione secondo cui il sacro può essere pensato solo per via negativa, ossia come ciò che “non è” il profano. Il sacro, dunque, sarà inteso come “niente”, come negazione. Successivamente, l’analisi si rivolgerà alla “ierofania” e alla sua relazione col profano e col sacro. Essa può essere vista come una “soglia” tra il primo e il secondo, tra il mondo delle cose e il “non-cosale”; ovvero come una positiva traduzione del niente (il sacro) in un particolare ente che conserva una traccia importante di questo niente. Infine, l’attenzione sarà spostata sul soggetto al quale il sacro si rivela, ossia l’uomo. Questi sarà compreso nella sua “non-indifferenza” al mondo in cui vive e al propria presenza, e sarà proprio in riferimento a tale non-indifferenza che si cercherà di far luce sulla “natura” del sacro e della ierofania. In tal senso, la ierofania sarà intesa come ciò che “salva” l’uomo dal sacro; dalla negazione che minaccia il suo essere presente nel mondo.
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