Filosofia della religione
La testimonianza della rivelazione cristiana
Progetto di ricerca coordinato da Fabrizio Renzi*
Descrizione
La maggioranza delle conoscenze umane si basa sulla fede nella sua accezione testimoniale. Ricorrere alla testimonianza sta alla base della vita sociale. Ora, si può sostenere l'irrazionalità di una delle caratteristiche fondamentali del comportamento sociale dell'uomo? Guardando ai diversi elementi di cui si compone la fede (il soggetto credente, il testimone e la cosa testimoniata), sembra che essa sia da intendersi, non tanto come «fiducia cieca», quanto come una particolare forma di razionalità situata.
Se è indubbio che la verità testimoniale non dà luogo ad una conoscenza diretta della “cosa”, sembra che quest'ultima venga pur sempre appresa mediante il testimone. Si potrebbe interpretare la suddetta verità utilizzando la formula “adaequatio intellectus ad personam”. Si tratta di un'espressione linguistica di portata metafisica con la quale è possibile prendere le distanze da tutte quelle prospettive filosofiche che, consapevolmente o inconsapevolmente, hanno finito per connotare la fede religiosa in termini impersonali.
Il Cristianesimo si definisce una Religione della Parola di Dio «trasmessa nella Tradizione viva della Chiesa». Ora, la pretesa cristiana di essere, non la religione di «una parola scritta e muta, ma del Verbo incarnato e vivente» è legittima? La superiorità della voce viva rispetto alla scrittura ha una portata universale o èsolo correlativa ad una determinata cultura?
A fronte della tesi derridiana secondo cui la “metafisica della presenza” consiste in una serie di imposizioni (come, per esempio, la verità), ci si può chiedere se sia davvero auspicabile che il Cristianesimo si dissoci dalla metafisica, affinché possa dialogare con le altre religioni. Si tratta di una questione a cui si può rispondere ponendo l'attenzione sulla verità intesa come “adaequatio intellectus ad personam”.
Testimonianza cristiana e dialogo interreligioso
13 maggio 2015
Oralità e scrittura nella fede cristiana
8 aprile 2015
L’interpretazione metafisica dell’atto di fede
18 febbraio 2015
La particolare forma di razionalità che spetta alla fede
INGRESSO LIBERO
Commento all'immagine
*Fabrizio Renzi (1972) ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in «Scienze del Testo. Sezione Scienze filosofiche» presso l'Università degli Studi di Siena. Ha, altresì, ottenuto il titolo di «Master Scientifico Culturale in Filosofia» presso la Scuola di Dottorato frequentata, discutendo una tesi sulla Seconda Disputazione Metafisica di Francisco Suárez.
Studioso di gnoseologia e di metafisica, ha pubblicato numerosi saggi critici in riviste specializzate. Tra le sue pubblicazioni figurano anche due monografie: un saggio di logica e di epistemologia intitolato La logica aletica e la sua funzione critica. Analisi della nuova proposta teoretica di Antonio Livi (Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2012) e un saggio storico-teoretico intitolato La conoscenza metafisica: tra molteplicità e unità. Tommaso d'Aquino a confronto con Avicenna (Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2014). Ha, inoltre, all'attivo la curatela del volume collettaneo Dialettica positiva. Dal realismo del senso comune al realismo metafisico (Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2014).
A partire dal 2009 collabora con l'ISCA (International Science and Commonsense Association), associazione il cui obbiettivo è quello di promuovere delle ricerche nel campo della logica aletica. Attualmente è direttore editoriale di Sensus Communis. International Yearbook for Studies on Alethic Logic, rivista che offre un aggiornamento puntuale sugli sviluppi dell'applicazione sistematica della filosofia del senso comune ai problemi attuali della conoscenza.
Se è indubbio che la verità testimoniale non dà luogo ad una conoscenza diretta della “cosa”, sembra che quest'ultima venga pur sempre appresa mediante il testimone. Si potrebbe interpretare la suddetta verità utilizzando la formula “adaequatio intellectus ad personam”. Si tratta di un'espressione linguistica di portata metafisica con la quale è possibile prendere le distanze da tutte quelle prospettive filosofiche che, consapevolmente o inconsapevolmente, hanno finito per connotare la fede religiosa in termini impersonali.
Il Cristianesimo si definisce una Religione della Parola di Dio «trasmessa nella Tradizione viva della Chiesa». Ora, la pretesa cristiana di essere, non la religione di «una parola scritta e muta, ma del Verbo incarnato e vivente» è legittima? La superiorità della voce viva rispetto alla scrittura ha una portata universale o èsolo correlativa ad una determinata cultura?
A fronte della tesi derridiana secondo cui la “metafisica della presenza” consiste in una serie di imposizioni (come, per esempio, la verità), ci si può chiedere se sia davvero auspicabile che il Cristianesimo si dissoci dalla metafisica, affinché possa dialogare con le altre religioni. Si tratta di una questione a cui si può rispondere ponendo l'attenzione sulla verità intesa come “adaequatio intellectus ad personam”.
Appuntamento seminariali
30 settembre 2015Testimonianza cristiana e dialogo interreligioso
13 maggio 2015
Oralità e scrittura nella fede cristiana
8 aprile 2015
L’interpretazione metafisica dell’atto di fede
18 febbraio 2015
La particolare forma di razionalità che spetta alla fede
Gli incontri seminariali si terrano presso la sede della Fondazione Centro Studi Campostrini a Verona, in via S. Maria in Organo, 2/4.
INGRESSO LIBERO
Commento all'immagine
«L’agnello è la Chiesa, o meglio, la fede della Chiesa e nella Chiesa. […] Se il significato dell’agnello è abbastanza chiaro, resta l’interrogativo: chi è il leone? chi è il piccolo cane bianco? […] Le altre due bestie, il leone e il cane, non stanno ad indicare per caso le due possibilità della teologia, le due vie opposte che essa può imboccare? Il leone non simboleggia forse la tentazione storica della teologia, di rendersi padrona della fede? Non simboleggia per caso quella violentia rationis, quella ragione dispotica e violenta che un secolo più tardi Bonaventura avrebbe denunciato come forma spuria del pensiero teologico? Il cane coraggioso, allora, è la via opposta, una teologia che sa di essere a servizio della fede e che accetta di rendersi ridicola, ricacciando al suo posto la pura ragione, intemperante e dispotica» (J. Ratzinger)
Tenendo conto che le parole di Jospeh Ratzinger sono state da lui pronunciate in occasione della lezione sul tema “Teologia e Chiesa” (Brescia, 22 marzo 1986) e che con esse l'allora cardinale ha inteso offrire solo una libera esegesi, si potrebbe estendere il significato della raffigurazione richiamandosi, non solo alla tentazione teologica, ma anche a quella filosofica, sia essa di matrice razionalista che di matrice scettica. Al riguardo, vorrei far notare che lo scetticismo, risultando tanto razionalmente ingiustificato quanto preclusivo di ogni possibile confronto, esprime alla fine – proprio come il razionalismo – una forma di pensiero dispotica e violenta. Del resto, entrambe queste concezioni sostengono l'assunto secondo cui la fede è irrazionale. Entrambe, quindi, non vogliono accordare al fedele la possibilità di dialogare col non credente al fine di difendere la propria fede. Di qui la necessità di una forma di pensiero che, evitando gli estremi, sia in grado di venire in soccorso dell'agnello.
Studioso di gnoseologia e di metafisica, ha pubblicato numerosi saggi critici in riviste specializzate. Tra le sue pubblicazioni figurano anche due monografie: un saggio di logica e di epistemologia intitolato La logica aletica e la sua funzione critica. Analisi della nuova proposta teoretica di Antonio Livi (Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2012) e un saggio storico-teoretico intitolato La conoscenza metafisica: tra molteplicità e unità. Tommaso d'Aquino a confronto con Avicenna (Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2014). Ha, inoltre, all'attivo la curatela del volume collettaneo Dialettica positiva. Dal realismo del senso comune al realismo metafisico (Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2014).
A partire dal 2009 collabora con l'ISCA (International Science and Commonsense Association), associazione il cui obbiettivo è quello di promuovere delle ricerche nel campo della logica aletica. Attualmente è direttore editoriale di Sensus Communis. International Yearbook for Studies on Alethic Logic, rivista che offre un aggiornamento puntuale sugli sviluppi dell'applicazione sistematica della filosofia del senso comune ai problemi attuali della conoscenza.