«Senza la fede non c’è mutamento», scriveva David M. Turoldo. Noi potremmo ribaltare i termini dell’affermazione, e asserire che senza cambiamento non c’è fede. L’esperienza religiosa, infatti, introduce l’uomo in una dimensione dinamica, mutevole, che ruota perennemente intorno ai tre poli dell’intimità, della trascendenza, della relazione, declinandone i rapporti in modi sempre nuovi e sovente imprevedibili. Il Centro Studi del Fenomeno Religioso Campostrini, nell’anno 2014, intende dedicare i percorsi di ricerca in Filosofia della Religione proprio a questo aspetto cangiante della fede, indagandone tre particolari espressioni: la vocazione, che insieme alla conversione rende conto della chiamata al rinnovamento e alla testimonianza di cui il credente si sente investito; l’umiltà intesa come virtù, il cui esercizio è condizione necessaria affinché la coscienza individuale possa riacquistare la propria misura e aprirsi all’intervento della grazia; la povertà, che ripensa ogni possesso come mascheramento di una nudità originaria da riscoprire, in quanto cifra della nostra finitudine esistenziale.
 
I percorsi di ricerca, a partire da marzo, si articolano in cinque giornate di studio mensili più un convegno finale, e vedranno impegnati in prima persona tre giovani studiosi italiani, ognuno su un tema specifico. Ai singoli incontri e al convegno finale – tutti aperti al pubblico – parteciperanno in veste di relatori anche altri professori, studiosi e personalità di chiara fama del mondo dell’accademia e della ricerca scientifica. 

Percorsi di ricerca