Descrizione storica dei palazzi

Palazzi sede della Fondazione
Il complesso monumentale dei palazzi in cui ha sede la Fondazione Centro Studi Campostrini, che si affacciano su via Santa Maria in Organo ai civici 2 e 4 a pochi passi dal centro della città, rappresenta un insieme architettonico e un aggregato edilizio di rilevante importanza storica all’interno del quartiere cittadino di Veronetta, dove nacque il primo nucleo abitativo di Verona.
Il complesso architettonico di costruzione quattrocentesca è formato dai Palazzi Todeschi-Fracanzani e Ravignani-Serenelli che, nella loro sobrietà, portano i segni architettonici e artistici di varie epoche. Come molti degli edifici storici del centro scaligero essi sono il risultato di una continua sovrapposizione di architetture e interventi artistici che, dall’epoca romana ai nostri giorni, si sono avvicendate lasciando tracce del loro susseguirsi.
Entrambi i Palazzi sono stati oggetto, negli anni, di una profonda opera di restauro, l’ultima delle quali, conclusa nel 2013, ha consentito il recupero, il ripristino e la valorizzazione di affreschi, soffitti lignei dipinti, metope, apparati decorativi barocchi e neoclassici che rivivono in tutto il loro splendore. 


Palazzo Todeschi-Fracanzani
L’attuale Palazzo situato al civico 2, conserva al proprio interno una serie di stratificazioni costruttive che risalgono con molta probabilità all’epoca romanica come testimoniato dall’arco a tutto sesto di calcare giallo d’Avesa murato all’interno di un locale a pianterreno. Le prime notizie certe sul palazzo risalgono al XV secolo e attestano la presenza e l’intervento della famiglia Todeschi, il cui stemma gentilizio identificativo è visibile nel fregio del sottogronda in facciata. Chiaramente leggibile è ancora oggi il pregevole restauro settecentesco con un apparato decorativo tardo barocco operato in alcuni locali del primo piano del palazzo.
La struttura architettonica mantiene in gran parte l’assetto datogli nel ‘400, con quattro assi di aperture ordinate su tre livelli. Al piano terra vi sono finestre quadrate in marmo rosso di S. Ambrogio con cornici lavorate, il piano “nobile” presenta finestre con arco a tutto sesto ornato con nicchiette e perle, paraste scanalate, e capitello corinzio, mentre la coppia di finestre centrali sulla facciata è stata trasformata in porte-finestre che si aprono su un balconcino in stile Liberty. La decorazione pittorica esterna, risalente alla fine del ‘400, inizi del ‘500, è rappresentata da un fregio affrescato nel sottogronda, composizioni ricche di figure ad imitazione di bassorilievi antichi con creature marine fantastiche. Lungo il prospetto laterale di vicolo cieco Campostrini la fascia affrescata è a finto marmo giallo con losanghe a contorni porpora. L’elevata qualità artistica della composizione pittorica con colte citazioni classiche fa pensare a seguaci veronesi del Mantegna e del Falconetto.
All’interno, in alcune delle sale al pianterreno del Palazzo completamente restaurato, sono state recuperate parti di solai lignei dipinti di inestimabile valore che riferiscono di soffitti decorati fra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Si riconoscono fra gli altri lo stemma della famiglia Dal Pozzo, simboli araldici e metope con putti che cavalcano pesci su fondo carminio e una splendida tavoletta raffigurante arieti simmetrici divisi da un vaso con profili di satiri barbuti bifronti.
Al primo piano, adiacente ad una saletta con pareti riccamente affrescate con motivi floreali (XV secolo) si aprono tre porte rinascimentali in marmo rosso con cornici a olive.
I soffitti quattrocenteschi conservano metope riproducenti, su fondo rosso carminio, una lotta tra fanciulli, una testa di amorino alato con tralci vegetali e animali fantastici alati speculari con testa antropomorfica, figure muliebri simmetriche ai lati su tralci vegetali, cicogne speculari che mangiano serpenti, al centro elmo saraceno con tabella e vessilli e altri interessanti soggetti. In uno dei saloni, la cui fabbrica risale al cinquecento, è possibile osservare un possente solaio ligneo coevo le cui metope riportano gli stemmi gentilizi delle Famiglie Todeschi, Rochis e Radice che lungo la storia si sono avvicendate nel Palazzo.
Tre sale del primo piano restaurate nel settecento, dalla famiglia Fracanzani, ripropongono un apparato decorativo tardo barocco e proto neoclassico: la saletta centrale conserva un paramento a stucchi con cornici modanate e finestrelle ovali e soffitto a semi botte in stucco. La sala successiva presenta pitture murali a riquadri con soggetti floreali. Infine, il salone con volta a semi botte arricchita da stucchi. Nella parte centrale di quest’ultima, racchiusa all’interno di una cornice a fasci di lauro con nastro a legare, campeggiano due fiori a petali allungati sfalsati fra loro, e coppie di rosette in stucco, due fisse e due in rotazione, su fondo rosa. Le pareti presentano altresì cornici modanate in stucco a motivi circolari e cornici più piccole con motivo alla greca, sopra le porte, contenenti profili muliebri racchiusi in coroncine di alloro. Il locale è impreziosito da un cammino di marmo chiaro con profili mistilinei e pendenti di foglie di lauro e cornice interna scolpita a fuselli e perline.
In continuità con questi pregevoli spazi si trova un’altra capiente sala le cui pareti sono impreziosite da tele di dipinti a motivo religioso, del pittore veronese Aristide Bolla, risalenti ai primi anni del novecento.

Palazzo Ravignani-Serenelli
L’edificio appare il frutto di un impianto primo cinquecentesco, rimaneggiato nei sec. XVII-XVIII. Infatti, è del XVIII sec. l’innesto, sulla facciata esterna,  di un balcone di epoca barocca con elaborata ringhiera panciuta in ferro battuto, sul quale si apre una porta finestra con arco a tutto sesto in calcare d’Avesa lavorata a rosette.
Al piano terra si apre un ampio portale in marmo bianco. Fra le ampie finestre rettangolari con profili lapidei del prospetto principale su via S. Maria in Organo si dipana a tutta facciata la mirabile decorazione affrescata nel primo cinquecento con incorniciatura a finte architetture con colonne che sostengono una fascia superiore a monocromo grigio assai elaborata con figure fito-antropomorfiche, la decorazione si estende sul lato di Vicolo Campostrini.
Al suo interno la costruzione è semplice e severa nella sua struttura architettonica. Degni di attenzione al piano terra sono i soffitti lignei a travature dipinti con motivi ornamentali e figurati. Quello del salone centrale presenta semplici catinelle cinquecentesche con motivi floreali.
Al primo piano è possibile ammirare il grande salone centrale con splendido solaio ligneo cinquecentesco a orditura bidirezionale con travi sostenute da raffinati peducci lapidei con voluta scolpita a squame di pesce. La decorazione a motivi floreali e vegetali è con tutta probabilità frutto di un rifacimento pittorico seicentesco. La sala laterale mostra invece un altro interessante soffitto ligneo, collocabile temporalmente fra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, in cui alcune superstiti metope raffigurano uccelli, cornucopie, chimere alate, lotte fra figure antropo – fitomorfiche.