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A Cinquecento anni dalla Riforma di Martin Lutero

Approfondimenti

La Riforma protestante del XVI secolo ebbe luogo in un’età ricca di rivolgimenti, in cui parecchi movimenti vennero a svilupparsi simultaneamente. Il Rinascimento rivolse l’interesse degli uomini dal cielo alla terra, mentre le scoperte geografiche ampliarono gli orizzonti del mondo conosciuto. Contemporaneamente, l’affermarsi delle monarchie nazionali indebolì il Sacro Romano Impero e minò la teocrazia papale. Intanto il sistema corporativo delle “Arti” medievali veniva disgregato dall’individualismo economico del capitalismo emergente. In mezzo a tutto questo fermento, ecco che la Riforma venne ad infrangere la struttura monolitica della Chiesa. In occasione dell’anniversario dei 500 anni della Riforma avviata da Lutero, la Fondazione Campostrini propone un ciclo di quattro incontri, coordinati dal professor Pier Angelo Carozzi, docente di Storia della religione presso l’Università di Verona. La fondazione dedica un approfondimento con libri e immagini dedicate nello spazio Piattaforma della biblioteca raggiungibile a questo link.

Abbiamo chiesto al professor Carozzi da dove nasce l’idea di unire i quattro temi presentati durante il ciclo.
L’idea grazie alla quale abbiamo organizzato il ciclo di “Religio “di quest’anno riprende la prospettiva sintetizzata nel titolo del documento della commissione luterano-cattolica,  “Dal conflitto alla comunione”, recentemente sottoscritto. Da alcuni anni, si è infatti giunti a dialogare su questioni di riforma sentite e vissute, a suo tempo, sia in ambito romano, sia in quell’ambito mitteleuropeo che ruppe con Roma. Esigenze di riforma che, a partire dalla tradizione medioevale e dalla tradizione dell’Umanesimo, si era giunti all’esigenza di metterle in atto, per farle diventare realtà.

Mercoledì 3 maggio alle 21 Lucia Felici, docente di Storia modernaall’Università di Firenze, parla di “Le prime istanze di riforma in Italia”. Ci può dire qualcosa in merito?
Queste prime istanze emergono nei primi quarant’anni del Cinquecento, soprattutto in ambito umanistico e rinascimentale, prima che la chiesa romana decidesse si affrontare veramente la Riforma, nel clima caratterizzato dalla richiesta pressante di Lutero e di altri riformatori. La richiesta di riforma si presenta già con Francesco d’Assisi, nei movimenti pauperistici, nei valdesi, nelle confraternite del Medioevo, in forme piuttosto popolari. L’Umanesimo approfondisce l’esigenza di riforma coinvolgendo anche gli uomini di cultura. Si aggiunge così un contributo intellettuale con un ritorno alla verifica dei testi e, sulla scia della nascita e del diffondersi delle lingue volgari, con il primato del parlato sullo scritto, del volgare sul latino. Proprio perché la volontà di riforma parte dal popolo nel Duecento, si esige che i testi sacri siano alla portata di tutti.

Mercoledì 10 maggio alle 21 interverrà Paolo Ricca, teologo, ha insegnato storia della Chiesa alla facoltà Valdese di Teologia. Di cosa discuterà?
Ricca si soffermerà su “Il ruolo della riforma valdese nella grande Riforma del Cinquecento”. Il ruolo dei valdesi, come già accennerà la prof. Lucia Felici, parte dal Medioevo, quindi prima di Lutero, Calvino eZwingli. È per questo che la loro posizione è importante e deve essere approfondita.

Mercoledì 17 maggio alle 21 Angelo Maffeis, teologo all’Università Cattolica di Milano, parlerà de “L’ermeneutica teologica tra Riforma e Controriforma”;
L’ermeneutica teologica, ossia l’interpretazione del messaggio, per la sua attualizzazione storico-culturale tra la Riforma e la Controriforma. Non bisogna equivocare però: il Concilio di Roma fu un concilio che prese atto che c’era una necessità di riforma; necessità che, come ho precisato prima, nasce da vari contesti, tra cui quello popolare, contro la corruzione della Chiesa come apparato istituzionale e di potere. La lentezza del dialogo ha fatto sì che, in quei 50 anni così cruciali, l’esigenza di riforma diventasse sempre più pressante e diffusa, sino a giungere alla rottura con Roma.

Mercoledì 24 maggio alle 21 sarà Lei a chiudere il ciclo con l’appuntamento dal titolo “L’arte tra Riforma e Controriforma”.
Concludo questo percorso raccontando il ruolo giocato dalle arti nella fase storica della Riforma e della Controriforma. In particolare, mi concentrerò, e cercherò di mostrare, il cambiamento intervenuto in quella fase attraverso l’emergere dell’elemento spirituale su quello materiale. Traccerò un percorso piuttosto ampio, che dalla struttura essenziale dei palazzi adibiti a seminari per la formazione dei preti, arriverà alle diverse rappresentazioni figurative dei protagonisti della Riforma e della Controriforma. Un vero e proprio viaggio per capire che dal conflitto di allora, si è giunti, oggi, ad una fase di incontro e di scambio.

A cura di Elena Guerra
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